Salta la corrente. È buio, e si vedono le fiamme in lontananza. La polizia ha dato fuoco alle barricate ed i manifestanti sono circondati. Questa la situazione di South Dagon, distretto di Yangon, poco fa. Decine i morti, ma è impossibile averne certezza. L’esercito spara a chiunque cerchi di recuperare i corpi.
In queste settimane abbiamo visto la violenza del regime in diverse aree di Yangon. Alcuni distretti sono stati particolarmente attaccati. Hlaing Thar Yar, Shwe Pyi Tar, North Okalappa e South Dagon. Cos’hanno in comunque queste zone? Si tratta di aree industriali, dove vive la classe operaia, quella più “tosta” della città. Aree come Hledan sono più studentesche e commerciali e nonostante le manifestazioni siano state numerose, nelle aree “bene”, l’esercito è stato più tranquillo. Qui non si tratta solo di colpo di Stato, in Myanmar stanno venendo a galla tante problematiche trascurate in passato. Le lotte di classe sono tra queste.
La situazione sta peggiorando velocemente anche nelle aree periferiche. In Karen state a Day Pu no, ci sono stati altri bombardamenti aerei. Migliaia di Karen hanno cercato rifugio in Thailandia, ma sono stati respinti al confine. Lo stesso sta capitando lungo i confini indiani, ed il confine cinese non è sicuramente un’opzione (tant’è che stanno costruendo un muro tra i due Paesi). Il Myanmar rischia di rimanere davvero isolato.
Un crisi umanitaria è in corso, le Nazioni Unite, gli Stati Uniti, l’Europa, devono spingere sulla Thailandia e l’India in modo che tengano aperti i corridoi umanitari.
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