È abbastanza chiaro che il regime militare birmano sta approfittando del fatto che tutti gli occhi sono (giustamente) puntati sull’Ucraina in questo momento.
Nella cittadina di Shwebo, Sagaing, i soldati del regime hanno raso al suolo l’intero villaggio di Hnamazayit. 15 combattenti della Resistenza sono stati uccisi nel tentativo di difendere il villaggio.
Una madre e due figlie adolescenti di 13 e 16 anni sono state uccise e bruciate dai soldati del regime a Chuangkhuah. Altri 2 civili sono stati bruciati oggi, sempre nel Sagaing. Ieri è stato riferito che a Kawlin sono stati uccisi 4 civili, tra cui due donne che sono state violentate.
Dal colpo di stato dello scorso anno, l’esercito birmano ha alternato episodi di scioccanti violenze contro i civili, come la strage della Giornata delle forze armate (circa 90 civili innocenti uccisi), o le stragi di Hpruso (35 civili bruciati), Bago (80 vittime), Hlaing Thar Yar (circa 20 vittime), Salingyi (10 bruciati vivi), Gangaw (18), Tabayin (40) e Kani (40), con periodi di relativa “pace” in cui si sono registrate “poche” vittime.
Mentre questi assurdi atti di violenza servono come monito per scoraggiare l’opposizione al regime militare, i giorni con un livello di violenza più basso sono studiati per evitare una risposta significativa da parte della comunità internazionale.
Intanto i conflitti tra i militari birmani e i gruppi della Resistenza/gruppi armati etnici continuano quotidianamente, ma non finiscono mai nei notiziari, poiché la comunità internazionale sembra trovare più accettabile questo tipo di violenza.
Il fatto che le democrazie occidentali non siano riuscite a difendere un paese europeo e ad agire con decisione contro Putin, sta sicuramente incoraggiando altri regimi autoritari ad emulare il dittatore russo, con la certezza di poter farla franca.
Ciò che sta accadendo in Ucraina e ciò che sta accadendo in Myanmar o in Afghanistan o a Taiwan potrebbero non sembrare collegati, ma in effetti lo sono. Sono in parte un sottoprodotto dell’incapacità delle democrazie occidentali di difendere i valori su cui dovrebbero poggiare. Questi paesi sono troppo occupati a proteggere i propri privilegi e interessi economici, e i dittatori di tutto il mondo lo sanno. Dichiarazioni di condanna inutili non fermeranno i dittatori. I paesi privilegiati scelgono di proteggere il proprio benessere e le proprie economie sulla vita di persone innocenti. Succede con i rifugiati. Succede con i vaccini Covid. E succede adesso.
Il fatto che non riescano nemmeno a mettersi d’accordo sulle sanzioni economiche nei confronti della Russia (es. l’Italia e la Germania non appoggiano sanzioni SWIFT sulla Russia) o del Myanmar (es. embargo sulle armi e sanzione dell’industria petrolifera e del gas), è un segno di quali siano le loro priorità. Stiamo letteralmente lasciando le persone in Myanmar, Ucraina, Afghanistan, ecc… a combattere da sole, offrendo una semplice pacca sulla spalla.
Dobbiamo ripensare alla nostra politica e diplomazia, perché è chiaro che non ci protegge dai Putin, dagli Xi Jinping e dai Min Aung Hlaing di questo mondo. Se scegliamo di ignorare un singolo albero che brucia in lontananza, potremmo presto essere intrappolati in una foresta in fiamme.
Dimentichiamoci un intervento armato, o l’R2P (Responsibility to Protect). Dimentichiamoci della NATO e dell’ONU. Sono entità morte e vuote oramai. Il problema più grande, qui, è la mancanza di valori come l’empatia, la vera solidarietà e il sacrificio.
Riscopriremo quei valori quando sarà troppo tardi. Quel giorno, il suono delle bombe potrebbe essere più vicino di quanto possiamo immaginare oggi, e avremo solo noi stessi da incolpare.


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