La Commissione elettorale dell’Unione (UEC) nominata dai militari si incontrerà con i partiti politici il mese prossimo per discutere il passaggio a un nuovo sistema elettorale proporzionale.
La proposta non è nuova: in varie occasioni, prima e dopo il golpe, i generali hanno espresso il loro malcontento per l’attuale sistema, che, ironia della sorte, è stato disegnato dallo stesso regime militare.
Il Myanmar ha un sistema First-Past-the-Post (FPTP), informalmente noto come sistema “Winner takes all”. Con il FPTP, i candidati che ottengono la maggioranza dei voti sono eletti membri del Parlamento.
La particolarità del sistema birmano, è che secondo la Costituzione del 2008 redatta dai militari, il Tatmadaw (l’esercito birmano), si riservava il 25% dei seggi. Questa quota è fissa e praticamente intoccabile. Pertanto solo il 75% dei seggi viene assegnato tramite elezioni democratiche.
A quel tempo il regime credeva che il suo partito politico, l’Union Solidarity and Development Party [USDP], potesse facilmente conquistare almeno il 25% dei “seggi democratici”, il che avrebbe permesso ai generali di raggiungere la maggioranza e formare un governo contando sulla quota fissa che già detiene.
Ma durante le ultime 2 elezioni, l’opposta Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), ha fatto incredibilmente bene alle urne, ottenendo vittorie schiaccianti in entrambe le occasioni. Nel 2008 il regime ha sottovalutato quanto l’esercito sia impopolare tra la popolazione civile. (Lo stesso errore che ha ripetuto nel 2021, quando il regime ha sicuramente sottovalutato quanto fosse impopolare e quanto fortemente l’opinione pubblica avrebbe reagito al golpe). Il sistema FPTP premia sicuramente il partito più popolare.
Molti credono che, oltre alle ambizioni personali del generale Min Aung Hlaing, una delle ragioni del colpo di stato del febbraio 2021 sia quella di “cambiare le regole del gioco”. Dopo due imbarazzanti sconfitte, il Tatmadaw ha capito che con il sistema FPTP, l’USDP (e altri piccoli partiti filo-militari) non potevano conquistare i seggi necessari per formare un governo militare. Il Tatmadaw crede che un sistema proporzionale (PR), aiuterebbe a raggiungere i suoi obiettivi. In un sistema di PR, infatti, i partiti ricevono seggi proporzionali ai voti ricevuti durante le elezioni.
La NLD ha ovviamente respinto questa proposta in passato, mentre molti partiti etnici ritengono che il Myanmar non sia pronto, almeno fino a quando i militari non rinunceranno alla propria quota fissa del 25%.
Il regime è come un bulletto viziato: non solo vuole avere il potere politico (insieme a quello economico), vuole anche che gli altri lo considerino “legittimo”. Quindi ora ha bisogno di truccare un gioco che era già truccato. Passare a un sistema di pubbliche relazioni e annientare i suoi oppositori (in particolare la NLD), consentirebbe al Tatmadaw di vincere almeno il 25% alle prossime elezioni e presentarsi finalmente come il governo legittimo del Myanmar.
Ma tutto ciò non importa. Il vero problema è che il Tatmadaw farebbe di tutto per mantenere il proprio potere, incluso progettare un colpo di Stato ed uccidere migliaia di civili innocenti.
Il regime deve cadere
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