National Unity Government (NUG). Questo il nome del nuovo governo annunciato oggi dal CRPH.
Presidente: U Win Myint. Mantiene la carica.Consigliere di Stato: Daw Aung San Suu Kyi. Mantiene la carica creata ad hoc dall’avvocato U Ko Ni. Non servirà più agli Esteri, come vedremo in seguito.Vicepresidente: Duwa Lashi La. Avvocato di Lashio. Dal 2020 presiede il Kachin National Consultative AssemblyPrimo ministro: Mahn Win Khaing Than, di etnia Karen, nipote di Mahn Ba Khaing, assassinato a Yangon insieme al generale Aung San. La presenza contemporanea di Presidente, Consigliere di Stato e Primo ministro è abbastanza particolare.Ministro degli esteri: Daw Zin Mar Aung prende il posto di DASSK. Ha speso 11 anni in prigione per essersi opposta al regime militare negli anni novanta. In seguito si è occupata di diritti delle minoranze e delle donne.Ministro degli affari interni e dell’immigrazione: U Lwin Ko Latt. Attuale membro del CRPHMinistro della difesa: U Yee Mon. Poeta e attivista. Noto anche come Tin Thit Primo ministro della difesa non militare.Ministro agli affari dell’Unione federale: Dr. Lian Hmung Sakhong del Chin National FrontMinistro della Finanza: U Tin Tun NaingMinistro degli affari umanitari e delle emergenze: Dr. Win Myat Aye. Qualche polemica riguardo al fatto che in passato ha dichiarato che i Rohingya avessero bruciato i propri villaggi da soli nel 2017Ministro della cooperazione internazionale: Dr. Sasa. Il leader Chin, che oggi è il volto del nuovo Myanmar, entra ufficialmente nel governoMinistro della salute e dell’educazione: Dr. Zaw Wai Soe. Chirurgo, rettore della University of Medicine 2 di YangonMinistro ddell’ambiente: Dr. Tu Hkawng, di etnia Kachin da Si Tha Bu. Laureato presso Dhamma University, ha conseguito un master in Thailandia. Ministro per le pari opportunità e la gioventù: Naw Susanna Hla Hla Soe
Interessanti anche le nomine dei vice ministri .
Alla difesa Daw Khin Ma Ma Myo, fondatrice del Myanmar Institute of Peace and Security Studies. Laureata all’università di Aberdeen UK. Ha dichiarato di voler proporre la leva obbligatoria e il diritto per il cittadino di possedere armi per difendersi.
Viceministro all’educazione Jar Htawe Pan, laureata alla LSE London School of Economics and Political Science e master in antropologia presso la Northern Illinois University.
Alla salute, viceministro Dr. Shwe Pon, di etnia Arakan
Alle pari opportunità la giovanissima Ei Thinzar Maung, protagonista fin dall’inizio delle proteste contro il golpe. Molto attiva e attenta ai problemi delle minoranze etniche.
In generale si nota l’intento di dare spazio alle minoranze etniche ed alle donne. Alcuni dei ministri sono attualmente agli arresti.
Leva obbligatoria e diritto per il cittadino di possedere armi per difendersi non mi sembrano proposte adatte per quella che si auspica sia una nuova era per il paese.
Una volta “eliminato” l’esercito birmano, per quanto si possa immaginare un nuovo esercito ridimensionato, gli Stati che non hanno proprie “milizie etniche” potrebbero aver bisogno di nuovi soldati. Inoltre, l’utilizzo di soldati temporanei, provenienti dal mondo civile, aiuta a non “estremizzare” l’esercito. Uno dei problemi principali del Tatmadaw è proprio l’isolamento dalla società civile. Sono contrario alla leva obbligatoria, ma nel caso del Myanmar potrebbe avere un senso. Vedo comunque che molti ragazzi sono contrari, per cui si vedrà.
Per quanto riguarda le armi, concordo, ma noi siamo in condizione troppo privilegiata per giudicare (non abbiamo mai avuto bisogno di difenderci da un esercito). In un’ipotetica situazione in cui il NUG conquistasse il potere politico, ma il Tatmadaw rimanesse come minaccia, sarebbe difficile criticare questa proposta. Inoltre, per quanto oggi ci sia larga (non totale) unità, non dobbiamo dimenticarci che in Myanmar ci sono decine di eserciti diversi. L’impotenza che i cittadini stanno vivendo oggi è assurda.
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2 Comments
Simona · April 17, 2021 at 1:38 pm
Leva obbligatoria e diritto per il cittadino di possedere armi per difendersi non mi sembrano proposte adatte per quella che si auspica sia una nuova era per il paese.
padauk · April 17, 2021 at 3:23 pm
Ciao Simona, grazie per il commento!
Una volta “eliminato” l’esercito birmano, per quanto si possa immaginare un nuovo esercito ridimensionato, gli Stati che non hanno proprie “milizie etniche” potrebbero aver bisogno di nuovi soldati. Inoltre, l’utilizzo di soldati temporanei, provenienti dal mondo civile, aiuta a non “estremizzare” l’esercito. Uno dei problemi principali del Tatmadaw è proprio l’isolamento dalla società civile. Sono contrario alla leva obbligatoria, ma nel caso del Myanmar potrebbe avere un senso. Vedo comunque che molti ragazzi sono contrari, per cui si vedrà.
Per quanto riguarda le armi, concordo, ma noi siamo in condizione troppo privilegiata per giudicare (non abbiamo mai avuto bisogno di difenderci da un esercito). In un’ipotetica situazione in cui il NUG conquistasse il potere politico, ma il Tatmadaw rimanesse come minaccia, sarebbe difficile criticare questa proposta. Inoltre, per quanto oggi ci sia larga (non totale) unità, non dobbiamo dimenticarci che in Myanmar ci sono decine di eserciti diversi. L’impotenza che i cittadini stanno vivendo oggi è assurda.