Le proteste non si fermano in Myanmar, nonostante ogni giorno purtroppo si registrino vittime. A Mandalay un ragazzo di 27 anni, Zaw Myo, è stato colpito dall’esercito. Mentre a Magway due persone sono morte attaccate da simpatizzanti dell’USDP, il partito politico fortemente legato ai militari.

Importanti notizie sul fronte politico.

Nella mattinata KNU (Karen National Union), l’organizzazione politica che rappresenta la minoranza Karen e che controlla le forze armate KNLA, ha rilasciato un comunicato in cui sostiene le proteste e chiede tra le altre cose:

-fine della dittatura militare e della “birmanizzazione” (il processo che privilegia i cittadini dell’etnia bamar, rispetto alle minoranze etniche)

-l’istituzione di un governo federale. Si tratta di un punto molto caro a tutte le minoranze etniche in Myanmar fin dall’indipendenza.

L’incontro tra Dr. Sasa del CRPH (in alto a sinistra), e i leader del KNU

Più tardi c’è stato anche un incontro virtuale tra i leader del KNU e Dr. Sasa, rappresentante del CRPH, il governo “ombra” che rappresenta il governo eletto in contrapposizione con il governo golpista.

Lo stesso CRPH rilascia in giornata un comunicato con i suoi obiettivi politici. Il punto più importante è l’obiettivo di abolire la costituzione del 2008 (disegnata dai militari) e l’istituzione di un governo federale.

Si tratta di una notizie potenzialmente cruciale in quanto, come abbiamo visto dal comunicato del KNU, finalmente la maggioranza Bamar sembra riconoscere il diritto all’autodeterminazione delle minoranze etniche. Questo potrebbe ricucire i rapporti con altre minoranze etniche rafforzando quindi l’opposizione alla dittatura, oltre ad evitare potenziali rotture all’interno del movimento di protesta dove convivono i sostenitori dell’NLD (a maggioranza Bamar) e soprattutto gli attivisti attenti ai problemi delle minoranze etniche.

L’agenzia Reuters rivela che il governo militare, pochi giorni dopo il golpe, ha tentato attraverso la banca centrale del Myanmar di prelevare 1 miliardo di dollari conservarti nella Federal Bank americana. La transazione è stata sospesa e successivamente bloccata dall’amministrazione Biden.

Aumentano anche i casi di ammutinamento, soprattutto nelle zone più periferiche del Paese, dove probabilmente l’esercito Tatmadaw ha meno controllo, e dove è più facile per i disertori trovare rifugio. Alcuni hanno trovato rifugio addirittura in India.

Poliziotti si uniscono al CDM (movimento di disobbedienza civile)

Da registrare anche un blackout nazionale di circa un’ora e mezza, attorno alle 12.00. Sono stati attimi di panico per la popolazione in quanto si temevano imminenti attacchi da parte dell’esercito. Fortunatamente sembra si trattasse uno dei numerosi guasti alla fragile rete elettrica birmana.

Ogni sera dal 1 febbraio si chiude con la nazione che suona pentole e canta inni alla resistenza. Ogni sera, dopo un giorno di battaglia, c’è un piccolo momento di magia


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