Secondo RFA l’ultimo aggiornamento Covid dal Myanmar parla di 2070 nuovi casi positivi in 24 ore. Dato lo stato del programma di test e la mancanza di personale sanitario, è facile presumere che il numero reale sia molto più elevato. Vengono riportati 13 decessi di cui 7 a Tedim, Chin State, mentre in una ventina di città entrerà in vigore il coprifuoco per contenere la diffusione del virus.
Il regime militare ha rilasciato dalle carceri, oltre 2000 prigionieri civili colpevoli di aver preso parte alla Rivoluzione. Oltre 3000 persone rimangono dietro le sbarre.
Chin State: il CDF (Chinland Defense Force) ha lanciato diversi attacchi contro il Tatmadaw, riuscendo ad uccidere 40 soldati. La resistenza Chin è stata finora tra le più agguerrite e coraggiose. Nella cultura Chin è comune la caccia con fucili tradizionali fatti in casa (tumi). Questi vengono oggi utilizzati contro l’esercito Tatmadaw e nonostante l’enorme disparità di mezzi, e l’enorme costo in termini di sfollati e morti civili, sono diverse le morti che il CDF è riuscito ad infliggere al nemico.
Shan State: continuano gli scontri tra lo Shan State Progress Party (SSPP) e il Restoration Council of Shan State (RCSS), nonostante la forte opposizione da parte della popolazione civile, che soprattutto dopo il colpo di Stato chiede una sospensione delle dispute territoriali interne per focalizzarsi sull’opposizione al regime del Tatmadaw.
Nawngmun Township, Putao (Kachin State): tre sacerdoti cristiani sono stati arrestati per aver organizzato degli eventi di preghiera in favore della pace in Myanmar. I tre rischiano fino a 3 anni di prigione per aver tentato di “destabilizzare” la situazione politica del Paese.
Il regime annuncia provvedimenti contro i media stranieri che secondo i generali stanno utilizzando termini impropri come “junta”o “governo militare” o “regime”. Riporta inoltre in maniera falsa, che la comunità internazionale sta riconoscendo il regime di Min Aung Hlaing come governo legittimo.
Kin Moy, alto funzionario dell’ufficio per gli affari dell’est asiatico e del pacifico dell dipartimento di Stato americano, ha incontrato Zin Mar Aung, ministro degli affari esteri del governo democratico birmano NUG (National Unity Government).
Si è tenuta una votazione presso l’UNHRC (United Nations Human Rights Council) per decidere se continuare i dibattiti sulla situazione birmana nonostante le Nazioni Unite non abbiano ancora deciso quale governo possa essere ritenuto legittimo in Myanmar. La maggior parte dei Paesi ha deciso di continuare, nonostante l’opposizione di Cina e Russia.
La crisi economica e politica causata dal colpo di Stato sta spingendo alcune aziende straniere a lasciare il Myanmar. La catena americana di negozi di pretzel Auntie Anne’s chiuderà i battenti ad agosto, dopo aver operato per due anni nel Paese. Alcune indiscrezioni parlano anche di un prossimo addio da parte di Telenor, azienda norvegese che opera nelle telecomunicazioni e che è molto popolare in Myanmar.
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