US: Arrivano nuove sanzioni da parte degli Stati Uniti, questa volta indirizzate a Myanma Timber Enterprise (MTE) and Myanmar Pearl Enterprise (MPE), aziende specializzate nell’esportazione di legname e perle. Ancora non si parla di MOGE (gas e petrolio). Si tratta di una delle fonti di reddito più importanti per il governo birmano in questo momento controllato dal regime militare. Nel settore gas e petrolio in Myanmar operano giganti come Chevron (USA), Total (Francia) e Petronas (Malaysia). ENI (Italia) è in fase di esplorazione e sembrerebbe non essere operativa in territorio birmano.
ASEAN: Sembra che il generale Min Aung Hlaing sarà presente a Jakarta (Indonesia). In questo momento gli occhi sono puntati su questo meeting del 24 aprile in cui la crisi birmana dovrebbe essere l’argomento principale. Stati non democratici come Thailandia e Vietnam, hanno interesse nel difendere il regime birmano, ma farlo vorrebbe dire perdere credibilità a livello internazionale. Il colpo di Stato birmano potrebbe mettere in crisi l’intera area, e dovrebbe essere nell’interesse di tutti risolvere la situazione celermente.
UN: A Jakarta sarà presente anche Christine Schraner Burgener, rappresentante delle Nazioni Unite per il Myanmar. Dovrebbe tenere dialoghi con i vari Stati ASEAN per trovare una soluzione alla crisi birmana.
La situazione in Myanmar rimane di estrema violenza da parte dell’esercito.
Myingyan (Mandalay), è una delle cittadine più colpite. Ieri notte l’esercito birmano ha appiccato un’incendio nei pressi di un campo da calcio.
Thaketa, Yangon: 6 civili sono stati arrestati perchè stavano donando cibo alla popolazione.
Sempre a Thaketa due civili sono stati picchiati ed arrestati:
Anche di notte, l’attività terroristica dell’esercito non si ferma
L’esercito controlla i cellulari dei passanti. Qui a Mandalay
Oggi c’è stata la prima udienza a Ko Wai Moe Naing, uno dei protagonisti della Spring Revolution, arrestato nei giorni scorsi a Monywa. È accusato di omicidio e di aver “danneggiato” le autorità (505 A).
Oggi c’è stata la blue shirt campaign, in onore di U Win Tin, giornalista e prigioniero politico che promise di vestirsi sempre i blu fino a che tutti i prigionieri politici venissero liberati. Spese 19 anni in prigione per propaganda anti-governativa. Venne rilasciato nel 2008. Morì il 21 aprile 2014 a 85 anni. VIene considerato da molti come un eroe.
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