Covid
11 luglio: 10,114 test, 3461 positivi, 82 morti. I numeri ufficiali sottostimano la situazione reale. A causa del colpo di stato, sono molti i contagi e le morti non conteggiate ufficialmente.
A causa del sovraffollamento degli ospedali e della mancanza di fiducia nel sistema sanitario controllato dal regime militare, i cittadini sono costretti a curarsi a casa senza alcuna assistenza medica adeguata. In questi giorni abbiamo visto code presso le fabbriche che forniscono ossigeno. Il prezzo di una bombola di ossigeno da 40 litri è aumentato da circa 150 dollari a 220 dollari circa. Uno stipendio medio birmano si aggira attorno ai 100 dollari, ma in questo periodo di crisi economica causata dal colpo di stato e dall’epidemia, sono in molti ad essere disoccupati. I pochi che possono permettersi l’acquisto di una bombola faticano a riempirla a causa di lunghissime code davanti agli stabilimenti che forniscono ossigeno. Inoltre, come confermato dal portavoce del regime Zaw Min Tun, a questi stabilimenti è stato vietato di fornire servizio ai privati cittadini. Di fatto il regime militare sta negando qualsiasi assistenza al popolo birmano.
Kani, Sagaing: scoperti 15 cadaveri abbandonati in una foresta. Durante il weekend l’esercito birmano ha rapito una trentina di persone nei dintorni. I corpi riportano evidenti segni di tortura.
Loikaw, Karenni State: battaglia tra KA (Karenni Army) e i soldati del regime. Almeno 7 i soldati del Tatmadaw uccisi.
ONU: il Consiglio dei diritti umanitari delle Nazioni Unite adotta la risoluzione A/HRC/47/L.11 condannando le violazioni da parte dell’esercito birmano contro le minoranze etniche del Myanmar.
AAPP Burma riporta solamente i dati relativi agli assassini commessi dall’esercito contro normali cittadini. I morti causati dai conflitti militari e dal collasso del sistema sanitario non vengono inclusi in queste statistiche.
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