Covid: 4132 nuovi casi positivi su 14927 tests. 51 i morti secondo il regime militare. Il tasso di positività di quasi il 30% fa pensare che i contagi siano molti di più e che non vengano effettuati abbastanza test.

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Sembra che il regime stia cercando di nascondere anche i numeri delle vittime. Secondo le organizzazioni locali, i morti nell’area di Kale, Sagaing, sarebbero 600 nell’ultimo mese, ma il regime militare ne riporta solamente 16.

Nel frattempo nella prigione di Insein, Yangon, i processi sono stati interrotti e le visite dei parenti bloccate a causa della terza ondata Covid. Le scuole sono state chiuse per due settimane con una direttiva urgente rilasciata ieri sera. Non ci sono però misure che riguardano il lavoro e nessun sostegno economico alle famiglie.

La società norvegese Telenor operante nel settore delle telecomunicazioni, venderà la propria attività in Myanmar a M1, società libanese che ha già legami con il regime. Si tratta di un’operazione da 105 milioni di dollari. La situazione in Myanmar per le aziende straniere è diventata molto difficile. Crisi economica e politica a parte, lavorare in Myanmar significa dover sottostare alle richieste del regime. Nel caso delle compagnie di telecomunicazioni, il regime militare ha ordinato l’installazione di software di sorveglianza che permette di reprimere l’opposizione . Anche l’azienda giapponese Bridgestone ha interrotto le operazioni almeno fino a fine mese.

Il generale Yawd Serk del Restoration Council of Shan State RCSS, ha dato le dimissioni come leader del Peace Process Steering Team (PPST), un’organizzazione che raccoglie dieci eserciti etnici firmatari del cessate al fuoco con il governo centrale.

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