Un venditore ambulante dona snack ai manifestanti in prima linea

Il Myanmar è famoso per essere uno dei Paesi più generosi al mondo.

Questa generosità è uno dei pilastri della società birmana, ed è in mostra in questi giorni come fondamenta su cui si basa il movimento di resistenza e il CDM (civil disobedience movement) di queste settimane. 

Senza questa generosità, le proteste e gli scioperi non potrebbero durare così a lungo.

Secondo il World Giving Index, il Myanmar si è classificato primo per quattro anni di fila recentemente (fonte https://en.wikipedia.org/wiki/World_Giving_Index#World_Giving_Index_rankings). Il 91% delle persone ha effettuato almeno una donazione, il 50% delle persone ha prestato aiuto o volontariato almeno una volta nell’ultimo mese. Si tratta di una statistica impressionante se si pensa che il Myanmar è anche uno dei Paesi più poveri.

(Curiosità, l’Italia negli ultimi anni si piazza a metà classifica, tra l’80mo e il 70mo posto)

Abbiamo visto diversi articoli cercare di spiegare il motivo di questo fenomeno. Più o meno tutti danno per scontato che derivi dalla cultura buddhista del Paese.

Da un lato è innegabile che il Buddhismo ha influenzato fortemente la cultura birmana, ma questa incredibile generosità è presente anche in altre regioni a maggioranza cattolica o nelle comunità musulmane e animiste. In fondo tutte queste religioni danno importanza al “dana” (buddhismo), “carità” (cristianesimo) o “zakat” (islam).

La generosità birmana è più dovuta ad una società che incoraggia in molti modi questa virtù.

Essendo un Paese sostanzialmente povero, capita spesso che una famiglia abbia bisogno di aiuto. Quando questo avviene, nel quartiere (o villaggio) viene promossa una colletta. Si può donare qualsiasi cifra, la maggior parte delle persone ha poco, per cui è normale che le cifre non siano enormi. Ma messe insieme possono diventare somme importanti. Come i monaci spesso dicono, una piccola donazione è come un seme da cui può crescere un albero di baniano (Banyan, o fico bengalese un albero sacro per noi). Con questi soldi vengono comprati riso, olio, cipolle, medicine, o fornita assistenza medica. Le collette possono servire anche per finanziare sagre (Pagoda Festival), i monasteri, i templi o altri servizi pubblici.

A colletta ultimata, tramite degli speaker, vengono ringraziate nominalmente le persone, una per una, e questo è motivo di grande orgoglio. Per i bambini, sentire il proprio nome, è un momento di enorme felicità! Per questo spesso i genitori attendono fino a dopo la scuola per fare delle donazioni a nome dei figli. In alcune occasioni vengono addirittura rilasciati dei certificati di donazione, che somigliano a dei diplomi e che a volte vengono addirittura incorniciati ed appesi. La generosità viene vista come motivo di orgoglio.

Anche i compleanni diventano occasione per donare. In genere la famiglia che festeggia un compleanno cucina piatti semplici di riso condito, o porridge di riso, ed invita tutto il quartiere a mangiare. In queste occasioni agli invitati vengono dati dei piccoli regali, vestiti o delle piccole somme di denaro. Ai bambini vengono consegnati quaderni e penne, che sono sempre molto apprezzati (se vi capita di visitare il Myanmar, al posto delle caramelle, consigliamo di regalare materiale per la scuola, i bambini ne saranno felicissimi!). 

Il compleanno in Myanmar diventa occasione per dare, anziché ricevere. Il bello è che questo genere di eventi vengono organizzati anche in giorni normalissimi, senza nessun motivo particolare. Tra l’altro i pasti vengono spesso cucinati da dei volontari che si presentano a casa per dare una mano.

Per un bambino vedere tanta gente che passa per casa, consegnare un pasto e dei regali e sentirsi ringraziati, è un momento di festa e aiuta molto ad associare nella mente il “donare” ad un momento di gioia, anziché di distaccamento da qualcosa. La generosità si insegna anche con l’abitudine.

Più specifica del Buddhismo è invece la tradizione di donare ai monaci o ai monasteri. Ogni mattina i monaci girano per le case con una ciotola e raccolgono il cibo che viene loro donato. Questo atto ha molti significati. Da un lato mette è uno dei pochi momenti di contatto tra la comunità laica e quella monastica, che altrimenti rischierebbe l’isolamento. Per il monaco è un momento in cui dimostra umiltà e dipendenza dalla società laica che lo sostiene, e ha la possibilità di ricambiare insegnando il Dramma o  addirittura insegnando altre materie, o accogliendo le persone bisognose nei monasteri. I monasteri in Myanmar, infatti, sono dei luoghi in cui le persone possono trovare rifugio non solo spirituale. 

Il Dhamma dà molta importanza al Kamma, e i monaci spiegano spesso ai fedeli come funziona. Donare aiuta sicuramente ad avere un Kamma positivo.

Un altro fattore più politico, è la quasi completa mancanza di strutture e servizi forniti dallo Stato alla popolazione. A causa di politiche “criminali”, soprattutto da parte del regime militare che qui in Myanmar dura praticamente da 70 anni (a cui vanno sommati gli anni di colonialismo inglese), le scuole, gli ospedali, il sistema pensionistico e di walfare, sono assolutamente insufficienti. Il popolo è costretto a trovare modi per sostenere se stesso. Ad esempio nei villaggi si trovano molte piccole cliniche costruite con soldi raccolti tra gli abitanti. I dottori vengono a prestare servizio gratis, o in cambio di compensi ridotti. Gli abitanti riescono così ad accedere ad assistenza sanitaria a costo zero o ridotto, soprattutto in aree sprovviste di ospedali adeguati.

Anche l’istruzione pomeridiana è spesso su base volontaria o quasi. Le persone più istruite (maestri, monaci e monache o cittadini istruiti) organizzano classi di ogni tipo (inglese, cinese, turismo, cucito…), spesso ad offerta libera.

Ci sono molte altre piccole abitudini di generosità nella nostra cultura.

Ogni volta che visitiamo la casa di qualcuno, ci si scambia regali, in genere frutta e verdura.

Ogni volta che qualcuno presta un servizio occasionale in un altro villaggio (ad esempio per insegnare), tutte le famiglie sono contentissime e portano in dono ciò che hanno cucinato a casa.

In occasione del funerale di qualcuno, in genere i vicini/amici si prendono cura di tutta l’organizzazione, dai vestiti, alla bara, alla cerimonia. Vengono inoltre donati soldi per poter sostenere la famiglia in un momento difficile.

Anche costruire la casa è un momento in cui viene dimostrata generosità. Spesso i vicini vengono ad aiutare, a volte anche solo in cambio di un pasto o due.

Esempi di microcredito in Myanmar sono infiniti.

Con la crisi Covid, il governo birmano si è affidato alle donazioni dei cittadini per acquistare le dosi di vaccino indiano. Il popolo ha risposto con grande entusiasmo donando milioni di dollari, nonostante il momento di difficoltà.

C’è sicuramente un senso di comunità molto forte. Affrontare le difficoltà insieme sicuramente unisce. C’è fiducia nell’aiuto reciproco, le persone sanno che la comunità le aiuterà in caso di bisogno. Il Myanmar è un enorme esempio di mutual aid, in cui ognuno fa la sua parte per il bene collettivo. Il Myanmar merita davvero la democrazia.

Vuoi sentirti un po’ birmano?

https://www.isupportmyanmar.com/ , sito in cui potete scegliere a chi destinare la vostra donazione per la causa birmana.


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