Nuova giornata di manifestazioni, nuovi episodi di brutalità. A Myeik almeno 50 giovani sono stati arrestati e torturati. Le immagini delle torture subite sono troppo forti per essere pubblicate. Tra gli arrestati anche Mg Yu Py, noto poeta, di cui si sono perse le tracce dopo l’arresto.

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A Dawei la tensione si è alzata nella serata quando l’esercito ha messo sotto assedio la città con continuo lancio di lacrimogeni e sparatorie.

Vengono riportate sparatorie in serata anche a Myingyan. Ricordiamo che è difficile avere aggiornamenti soprattutto dalle aree più remote dove la copertura mediatica è scarsa e dove i manifestanti faticano a catturare immagini in quanto sotto continuo assedio. Nella notte inoltre la connessione internet viene interrotta in tutto il Paese da ormai 4 settimane, e l’esercito sembra aver aumentato la frequenza di atti violenti nelle ore notturne.

Deceduto dopo orribili torture Zaw Myat Lynn, membro del partito NLD arrestato ieri e “restituito” oggi alla famiglia senza vita. È il secondo caso di questo tipo in due giorni.

Una donna muore accoltellata a Hlaingthaya (Yangon), pare da supporter del regime. Mentre a Sagaing viene trovato morto, ferito alla gola un ragazzo di 22 anni. Non si conoscono le circostanze dell’omicidio.

Continua l’attacco del regime ai giornalisti. Si registrano altri due raid negli uffici di testate giornalistiche, oggi tocca a Mizzima e Kamayut media. I giornalisti arrestati sono almeno 35 da inizio golpe. Myanmar Now, tra le testate a cui è stata revocata la licenza ieri, oggi ha continuato a lavorare sul campo. Il Tatmadaw continua ad utilizzare vecchie tecniche, ma i media di oggi sono profondamente cambiati.

Prese di mira anche le copisterie, luoghi dove viene stampato materiale informativo per le manifestazioni

In generale l’impressione è che l’atmosfera gioiosa delle prime settimane sia completamente svanita. La sensazione di terrore è palpabile anche a distanza e la comunità internazionale non sembra essere in grado di affrontare questa crisi in maniera tempestiva. Basti pensare che le nazioni unite ancora non riescono ad accordarsi su come denunciare il colpo di stato. Cina, Russia, India e Vietnam continuano ad opporsi ad una dichiarazione ufficiale di dura condanna da parte dell’ONU.

Richiamato in patria l’ambasciatore birmano in UK, dopo le dichiarazioni a favore di Daw Aung San Suu Kyi

Eletto vice presidente del CRPH Mahn Win Khine Than, di etnia Karen.

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Dr. Sasa del CRPH incontra diversi leader dei gruppi armati di minoranze etniche. La percezione di questi gruppi armati nella popolazione birmana sta cambiando. Una volta spesso viste come organizzazioni “terroristiche”, oggi incontrano il favore anche nella maggioranza bamar. Il ruolo di queste organizzazioni è da decenni fondamentale in alcune aree, non solo per la protezione contro il Tatmadaw, ma anche per l’educazione e la sanità.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 4 persone e il seguente testo "Dr. Sasa 1h. Meeting with AEO, CNF,UPDJC, BACI leaderships had such fruitful strategic meeting with leaders of the EAOs, Col. Khun Okka, the leader of PNLA, Chair of the EAO-NCA Foreign Affairs Committee, Dr. Lian H. Sakhong, Vice Chairman, Chin National Front (CNF) Vice Chairman, Union Peace and Dialogue Joint Committee (UPDJC), and Mr. Elaisa Vahnie, Executive Director of BACI, USA to discuss the crisis in Myanmar with the focus on United Federal Democratic Union of Myanmar that based on Federal structures, federal principle and how the international community should support the efforts."

Un video che riassume l’atmosfera di ieri a Yangon


2 Comments

Alessandro · March 12, 2021 at 7:21 am

Grazie per il servizio d’informazione che fate! È terribile vedere che i paesi del sud est asiatico stanno tornando quasi tutti a dittature malgrado le proteste, spero che alla fine la popolazione riesca a farsi valere. Le immagini della brutalità della polizia sono struggenti, e ci si chiede come faccia un uomo a volersene stare al potere di un popolo che lo odia.

    babu · March 12, 2021 at 7:46 am

    Grazie a te! Purtroppo le elezioni non bastano per avere una democrazia, le dittature riescono a proliferare nei Paesi dove manca una struttura democratica consolidata. E il fatto che l’ONU non riesca ad intervenire in modo deciso darà modo in futuro ad altri regimi di nascere senza paura di essere puniti. Per questo non è solo un problema del Myanmar (o Asia/Africa e Sudamerica), è un problema che riguarda tutti noi e i nostri figli.
    Come dici tu il sud est asiatico sta facendo passi indietro. Ma questi movimenti di protesta in Thailandia, Myanmar e Hong Kong ci danno speranza per il futuro.

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